Equinozio d'autunno, curiosità!!!


L'estate è ufficialmente conclusa...

E' scoccata l'ora dell'equinozio d'autunno, con le sue foglie secche, le tisane, le passeggiate nei parchi, il Sole che anticipa il suo tramonto e non dimentichiamoci di Halloween... 



La durata del dì sarà pari a quella della notte.

Era nell'aria già da qualche giorno e finalmente è arrivato: quest'anno l'autunno arriva, (astronomicamente parlando), il 22 settembre, alle 22.02 (ora italiana) ed è allora che entreremo in questa nuova stagione. 

Il significato...

L'equinozio (dal latino aequinoctium, "notte uguale") è quel momento della rivoluzione terrestre in cui il Sole appare proprio sopra allo zenit per un osservatore situato all'equatore. In quest'occasione, che si ripete in autunno e in primavera, il dì dura quanto la notte, ovvero 12 ore.

Nella giornata di oggi il Sole è sorto quasi esattamente ad est, e tramonterà quasi esattamente ad ovest.

A partire da oggi, per i prossimi sei mesi, al Polo Nord inizierà una lunga notte (preceduta e seguita da una fase crepuscolare di transizione) e al Polo Sud un lungo giorno in cui il Sole non tramonterà sotto all'orizzonte: fenomeni, questi, che si concluderanno con l'equinozio di primavera.

L'Equinozio e la storia...

L’equinozio di settembre è stato per molti anni anche il primo giorno dell’anno nel calendario repubblicano francese, che venne usato dal 1793 al 1805. Nel Regno Unito il giorno dell’equinozio viene utilizzato per calcolare la ricorrenza del festival del raccolto, celebrato durante la domenica della luna piena più vicina all’equinozio d'autunno.

21 o 23 Settembre?

Come prima detto, è iniziato l'autunno. Qualcuno però potrebbe pensare: ma l'autunno non dovrebbe iniziare il 21 settembre? Perché arriva in ritardo? Niente paura, sia la data del 21 che 23 settembre è corretta. L'apparente discrepanza tra senso comune e stagioni astronomiche è dovuta alla differenza, reale, tra anno solare, su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo, e l'anno siderale (il periodo orbitale della Terra) che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.

Un giorno per riguadagnare tempo...

In pratica è come se ogni anno l'equinozio di primavera arrivasse con oltre 6 ore di ritardo - un tempo che sul nostro calendario non viene calcolato - finché, ogni 4 anni, non interviene l'anno bisestile a rimettere a posto le cose, sincronizzando di nuovo anno siderale e calendario gregoriano e colmando gli ultimi quarti di giorno "persi" nei 4 anni precedenti

Il calendario: Una storia difficile...

ll rapporto tra l'uomo e il calendario ha sempre richiesto lavoro, adattamenti, fatica, compromessi e anche molta pazienza. 
I calendari andavano ciclicamente aggiustati: nel 46 a.C. Giulio Cesare incaricò l’astronomo Alessandrino Sisogene di rimettere in pari le date rispetto alle stagioni e di conseguenza l’equinozio primaverile cadeva… all’inizio dell’inverno; percio' si stabilì che il 46 a. C. avesse 445 giorni
Il caos di quegli anni era tale che quello fu detto "ultimus annus confusionis"
Infine Sisogene definì un anno di 365 giorni, con un anno bisestile ogni 4: era nato il cosiddetto "calendario giuliano".

Quando un anno si definisce "bisestile"?

Un anno si definisce bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l'eccezione che gli anni secolari (quelli divisibili per 100) sono bisestili solo se divisibili per 400. 
Sono cioè bisestili tutti gli anni la cui numerazione termina con le due cifre 04, 08, 12... fino a 96; gli anni che terminano con 00 sono bisestili solo se l'anno è divisibile per 400, cioè il 1600, il 2000, il 2400 eccetera.

Ricapitolando, secondo il calendario giuliano, sono bisestili gli anni la cui numerazione è multipla di 4: l'anno giuliano medio dura quindi 365 giorni e 6 ore circa. Questa durata non corrisponde esattamente a quella dell'anno solare medio, che si ricava dalle osservazioni astronomiche: quest'ultimo infatti è più corto di 11 minuti e 14 secondi. Di conseguenza, il calendario giuliano accumula un giorno di ritardo ogni circa 128 anni rispetto al trascorrere delle stagioni.

Dal 325 d.C., anno in cui il Concilio di Nicea stabilì la regola per il calcolo della Pasqua nel calendario, nel 1582 si era ormai accumulata una differenza di circa 10 giorni. Questo significava, ad esempio, che la primavera, in base alle osservazioni astronomiche, non risultava più iniziare il 21 marzo, ma l'11 marzo. Così la Pasqua, che avrebbe dovuto cadere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, veniva spesso a cadere nella data sbagliata. *

I mesi: L'origine dei nomi...

Sotto Augusto furono apportate altre piccole modifiche al calendario: secoli fa, il 5° mese fu dedicato a Giulio Cesare (iulius, luglio) e il 6° mese Augusto lo dedicò a se stesso (augustus, agosto). 
L’anno iniziava normalmente a marzo: settembre, ottobre, novembre e dicembre sono così chiamati perché erano il 7°, l’8°, il 9° e il 10° mese dell’anno latino.

Una notte lunga 10 giorni...

Il calendario giuliano fu riformato da Papa Gregorio XIII, da qui ne deriva il nome "calendario gregoriano": dato che un anno effettivo dura 365 giorni, 5 ore e 48minuti, *nei secoli questo scarto aveva fatto cadere l’equinozio primaverile il giorno 11 marzo, con un anticipo di 10 giorni. Per recuperare i giorni perduti fu presa una misura drastica: la gente si coricò la sera del 4 ottobre del 1582 e si risvegliò pensate bene… il 15 ottobre. Inoltre, per evitare interruzioni nella settimana, si convenne che il 15 ottobre fosse un venerdì, dal momento che il "giorno precedente", il 4, era stato un giovedì...




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Crescere è : Sono connessa alla Terra e all'Universo col Cuore, Amo essere Qui, trovarmi Qui, quando Amo la Terra Amo la mia Bambina Interiore. Ecco: io sono nell'Abbondanza d’Amore, Finanziaria ed Economica. Cosi è! (n.d.r.)©


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Bosco d'autunno

Ha messo chiome il bosco d'autunno.
Vi dominano buio, sogno e quiete.
Né scoiattoli, né civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell'autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.

                               B. Pasternak






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